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ATTENZIONE: COMPRARE LA CASA AI FIGLI È UN ANTICIPO D'EREDITÀ!!!!!
Comprare la casa ai figli è un anticipo d'eredità
L'acquisto della casa da intestare al figlio è un tipico esempio di donazione indiretta. Donazione dell'immobile, non del denaro che è servito a comprarlo: perché è l'immobile che va ad arricchire il patrimonio del beneficiario. E ciò vale sia per l'intestazione in senso stretto, sia per l'acquisto che il figlio fa a proprio nome con i soldi forniti, contestualmente o in precedenza, dal genitore.
Questi di solito interviene perché il figlio, magari privo di redditi, non può permettersi quell'investimento. Per motivi di coerenza fiscale, nell'atto di compravendita il donatario può specificare che il prezzo di acquisto è stato pagato dal genitore. «Ma questa dichiarazione è utile anche ai fini successori, ed è importante specie se ci sono altri figli» spiega il presidente del Consiglio Notarile di Milano, Arrigo Roveda. «Non si può infatti usare la donazione per privarsi degli immobili (più in generale, dei beni) e lasciare qualcuno dei parenti prossimi senza la quota minima che gli spetta».
Per legge, il testatore può disporre liberamente solo di una parte del patrimonio (quota disponibile): ai legittimari (coniuge, figli e ascendenti) è destinata comunque una "quota di riserva", di cui non possono venir privati per volontà del defunto, espressa nel testamento o manifestata tramite donazioni in vita. Questa quota di riserva (e la sua divisione) varia in base al numero dei legittimari, secondo un preciso schema. Non si calcola però sul valore del patrimonio del defunto al momento della morte, ma su tutta la massa ereditaria: inclusi il valore dei debiti e quello delle donazioni (misurato alla data di apertura della successione). In definitiva, la donazione è considerata come un anticipo di eredità. Ecco allora che, con la dichiarazione nell'atto di compravendita, la casa comprata dal genitore va poi a imputarsi alla quota ereditaria del figlio. Senza quella specifica, dopo la morte del genitore, gli eventuali altri figli potrebbero non essere in grado di provare l'avvenuta donazione indiretta. «Se non viene specificato - afferma Roveda - potrebbe trattarsi di un debito contratto dal figlio nei confronti del genitore: è come se quest'ultimo prestasse i soldi. Un credito che in successione cade».
La quota riservata per legge non si devolve però automaticamente ai legittimari. Se uno di loro viene privato anche in parte della sua legittima, può far valere il pro...

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