Il rapporto di mediazione può configurarsi qualora le parti non abbiano conosciuto l'opera di intermediazione, nonostante la presenza del nesso causale tra l'opera stessa e la conclusione dell'affare?
Il rapporto di mediazione può configurarsi qualora le parti non abbiano conosciuto l'opera di intermediazione, nonostante la presenza del nesso causale tra l'opera stessa e la conclusione dell'affare?
Sommario: HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "titolo5#titolo5" Il diritto del mediatore alla provvigione - HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "titolo6#titolo6" Lo svincolo della provvigione dal dettato dell'art. 1755 c.c.
HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "titolo_somm5#titolo_somm5" Il diritto del mediatore alla provvigione
La giurisprudenza, recentemente HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "nota_1#nota_1" (1), ha avuto il merito di aver superato la disputa sulla natura contrattuale e/o non contrattuale della mediazione e conseguentemente, riaffermando in parte l'orientamento dominante e discostandosi del tutto da quello minoritario, ha avuto il merito di aver individuato il giusto equilibrio tra due orientamenti giurisprudenziali, confermando, però, la necessità della conoscenza delle parti dell'opera di intermediazione svolta da un terzo ai fini del riconoscimento a quest'ultimo del diritto alla provvigione.
Secondo l'orientamento dominante HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "nota_2#nota_2" (2), il rapporto di mediazione sussiste dunque, indipendentemente sia dal preventivo accordo delle parti sulla persona del mediatore, sia dal preventivo conferimento dell'incarico, in quanto comunque il rapporto in oggetto trae origine e fondamento dalla volontà delle parti, manifestata esplicitamente o implicitamente mediante fatti concludenti: la giurisprudenza, richiede infatti l'utilizzazione cosciente dell'attività del mediatore, ricostruendo la fattispecie come accettazione tacita della proposta contrattuale proveniente dal mediatore, escludendo la sussistenza del rapporto, invece, qualora le parti, pur oggettivamente agevolate dall'intervento del mediatore, non siano state messe nelle condizioni di conoscere la natura intermediatrice dell'opera svolta dallo stesso.
La Suprema Corte, recentemente, ha avuto il merito di statuire un principio cardine secondo il quale il requisito della riconoscibilità dell'attività di mediazione svolta è indispensabile, non solo per il diritto alla provvigione, ma soprattutto per esistenza stessa del rapporto di mediazione. Se è vero, quindi, che l'elemento della riconoscibilità è indispensabile per far nascere il rapporto di mediazione, la portata giuridica HYPERLINK "http://bd05.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?TIPO=5&NOTXT=1&KEY=05AC00002469&" dell'art. 1755 c.c., che postula il diritto alla provvigione alla sola conclusione dell'affare, è stata superata, così come, attraverso l'introduzione di spunti costruttivi, è stata superata la disputa, mai sopita a tal riguardo, tra la dottrina HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "nota_3#nota_3" (3) e la giurisprudenza.
Più precisamente la giurisprudenza HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "nota_4#nota_4" (4), al fine di stabilire se tra l'attività del mediatore e la conclusione dell'affare sussista il nesso causale richiesto perché sorga il diritto alla provvigione, ritiene che occorra avere riguardo al principio della causalità adeguata o efficiente, in base al quale la conclusione dell'affare deve costituire l'effetto dell'intervento del mediatore, il che si verifica quando l'attività da questi svolta rientra nella serie di fattori ai quali sia ricollegabile la positiva conclusione delle trattative. È stato altresì precisato che anche la semplice attività consistente nel reperimento e nell'indicazione dell'altro contraente, o nella segnalazione dell'affare, legittima il diritto alla provvigione sempre che l'attività costituisca il risultato utile di una ricerca fatta dal mediatore. La corrente interpretazione del comma 1 HYPERLINK "http://bd05.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?TIPO=5&NOTXT=1&KEY=05AC00002469&" dell'art. 1755 c.c. è dunque nel senso che non qualsiasi attività di mediazione dà diritto alla provvigione, ma solo quella legata da un nesso di causalità alla conclusione dell'affare HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "nota_5#nota_5" (5).
Secondo la giurisprudenza, dunque, il mediatore ha diritto alla provvigione se la conclusione dell'affare si trova in diretto rapporto causale con la sua attività ed un tale rapporto ricorre anche quando il mediatore si limiti a porre in relazione le parti purché ciò rappresenti l'antecedente necessario per pervenire anche attraverso fasi e vicende successive alla conclusione dell'affare.
HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "titolo_somm6#titolo_somm6" Lo svincolo della provvigione dal dettato dell'art. 1755 c.c.
Ad onta del tenore letterale della disposizione di cui HYPERLINK "http://bd05.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?TIPO=5&NOTXT=1&KEY=05AC00002469&" all'art. 1755 c.c., l'orientamento giurisprudenziale comunemente riconosce alle parti, nell'esercizio dell'autonomia contrattuale, il potere di svincolare il pagamento della provvigione dalla conclusione dell'affare HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "nota_6#nota_6" (6). Tale orientamento, per la dottrina HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "nota_7#nota_7" (7), tuttavia sembra non aver sufficientemente ponderato il peso che, nell'ambito dell'individuazione del tipo di mediazione, il legame tra provvigione e conclusione dell'affare riveste. È stato più volte evidenziato, da parte della stessa dottrina, come mantenendosi nell'ambito di un tipo, la deroga a determinate norme condurrà ora ad un contratto invalido, ora ad un regolamento di interessi non meritevole di tutela: la derogabilità del tipo differisce nettamente dalla derogabilità della disciplina del tipo.
La conclusione dell'affare, estranea alla prestazione del mediatore, appartiene, invero, alla funzione che il contratto di mediazione è chiamato ad assolvere: la subordinazione del pagamento della provvigione alla conclusione del contratto rappresenta, quindi, un elemento caratterizzante il tipo.
Sotto tale profilo, continua la dottrina, deve, allora, affermarsi, che HYPERLINK "http://bd05.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?TIPO=5&NOTXT=1&KEY=05AC00002469&" l'art. 1755 c.c., nella parte in cui dispone il nesso di dipendenza della provvigione dalla conclusione dell'affare, costituisce una di quelle norme da considerarsi inderogabile per congruità con il tipo, alla quale non è, allora, possibile derogare se non adottando una differente tipologia negoziale.
Orbene, la recente giurisprudenza, statuisce che al di là del dettato HYPERLINK "http://bd05.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?TIPO=5&NOTXT=1&KEY=05AC00002469&" dell'art. 1755 c.c., affinché l'attività di mediazione produca, come effetto, l'obbligo, in capo alle parti, al pagamento della provvigione, è indispensabile che l'obbligato sia a conoscenza dell'opera di intermediazione che si assume essere svolta, nel senso che sia stato posto in condizione di valutare l'opportunità o meno di avvalersi della relativa prestazione e di soggiacere ai conseguenti oneri.
Secondo, invece, un orientamento minoritario HYPERLINK "http://bd70.leggiditalia.it/cgi-bin/FulShow?NAVIPOS=1&DS_POS=2&KEY=70DG0000020441&FT_CID=2959&OPERA=70" \l "nota_8#nota_8" (8), il diritto alla provvigione deriva, anziché da un contratto, dal fatto obiettivo dell'intervento del mediatore nella conclusione dell'affare: pertanto l'unica condizione ai fini della nascita di tale diritto in capo al mediatore sarebbe data dall'efficienza causale della di lui opera rispetto all'affare in questione, a nulla rilevando la consapevolezza o meno da parte dei protagonisti dello stesso di avvalersi della collaborazione di un terzo.
L'attività di mediazione viene definita come intenzionale attività di fatto, diretta ad operare nel mondo del diritto che, esplicitamente, la riconosce come meritevole di tutela ricollegando all'esplicazione di tale attività, verifican...
... continua