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FIAIP E FIMAA CONTRO LE «BANCHE-AGENZIA IMMOBILIARE».

A RISCHIO LA TERZIETÀ DELL’AGENTE. Da Il Sole 24 ore di Adriano Lovera.

Gli agenti immobiliari reagiscono contro lo sbarco in forze dei big del credito nel loro campo di competenza. Dopo l'esposto di Fiaip all'Antitrust denunciando l'ipotesi di violazione della concorrenza, Fimaa in un comunicato ha denunciato: «Con l'intermediazione delle banche il cliente-consumatore intenzionato all'acquisto di un immobile non ha alcuna garanzia di terzietà tra chi vende e chi compra, tutela che solo gli agenti immobiliari indipendenti possono garantire. Gli istituti di credito, infatti, intendono impadronirsi del mercato mettendo al servizio delle loro società di intermediazione immobiliare soci nominalmente professionisti, ma di fatto dipendenti in tutto e per tutto dagli istituti di credito, per stipulare tutti i contratti immobiliari. Con nessun beneficio per il cittadino».

«Sia chiaro che non è un attacco al mondo delle banche tout court», premette Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip, contattato da Casa24 Plus. «Ma tutto ci si poteva aspettare, in un momento di crisi che non accenna a finire, tranne che iniziative come queste».

Che cosa non va? 

Il problema principale è che si tratterà di una concorrenza impari. Le banche hanno praticamente aiuti illimitati. Ricevono denaro a bassissimo costo dalla Bce e di fatto non possono fallire, come una qualunque altra impresa. La loro funzione sociale dovrebbe essere quella di sostenere le attività economiche, agenzie immobiliari comprese, non di fare loro concorrenza entrando in terreni che non sono di loro competenza.

Teme uno sbarco in massa delle banche e la chiusura di tante piccole agenzie? 

Al momento no, ci vuole più tempo per valutare gli effetti occupazionali sui nostri associati. Inoltre, so per certo che diversi istituti di credito rilevanti si guardano bene dal seguire questo esempio e preferiscono continuare a fare il proprio mestiere. È che ci sono in ballo alcuni punti sostanziali, riguardanti la nostra attività, che in questo modo entrano in palese contrasto con la legislazione.

Quali? 
In primo luogo, la cosiddetta terzietà dell'agente. Il Codice civile impone che questa figura metta in contatto due parti tra loro, senza però avere alcun legame con esse, né di collaborazione né di dipendenza. Difficile sostenere che un agente sia terzo, all'interno di una filiale, quando l'immobile oggetto della trattativa appartiene alla banca o a un suo cliente. Il secondo problema riguarda i mutui. Dal 2010, con il Dlgs 141/2010, per gli agenti è vietato segnalare all'acquirente eventuali mutui da sottoscrivere per finanziare l'operazione. Come si fa a credere che un agente operante all'interno di una banca si astenga dal suggerire al compratore i prodotti dell'istituto?

Ma per i consumatori non è un vantaggio che si apra un nuovo canale di compravendita? 
Secondo me no. Per quanto riguarda la questione di mutui, saranno meno propensi a confrontare più preventivi e scegliere il più conveniente. E poi potrebbe aprirsi la strada a pratiche poco amichevoli. Se un cliente ha un debito verso la banca e chiede di ristrutturarlo o rifinanziarlo, in cambio potrebbe essere invitato, non dico obbligato, a iniziare a considerare un mandato di vendita del proprio immobile.

Avete in mente altre azioni oltre all'esposto all'Antitrust? 

Certo. Speriamo che il garante capisca l'urgenza del tema e risponda nel giro di 7-8 mesi. E comunque, a giorni, presenteremo una richiesta indirizzata questa volta alla Banca d'Italia, perché vogliamo che anche via Nazionale si esprima su questo tema.

Gli agenti immobiliari reagiscono contro lo sbarco in forze dei big del credito nel loro campo di competenza. Dopo l'esposto di Fiaip all'Antitrust denunciando l'ipotesi di violazione della concorrenza, Fimaa in un comunicato ha denunciato: «Con l'intermediazione delle banche il cliente-consumatore intenzionato all'acquisto di un immobile non ha alcuna garanzia di terzietà tra chi vende e chi compra, tutela che solo gli agenti immobiliari indipendenti possono garantire. Gli istituti di credito, infatti, intendono impadronirsi del mercato mettendo al servizio delle loro società di intermediazione immobiliare soci nominalmente professionisti, ma di fatto dipendenti in tutto e per tutto dagli istituti di credito, per stipulare tutti i contratti immobiliari. Con nessun beneficio per il cittadino».

«Sia chiaro che non è un attacco al mondo delle banche tout court», premette Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip, contattato da Casa24 Plus. «Ma tutto ci si poteva aspettare, in un momento di crisi che non accenna a finire, tranne che iniziative come queste».

Che cosa non va? 

Il problema principale è che si tratterà di una concorrenza impari. Le banche hanno praticamente aiuti illimitati. Ricevono denaro a bassissimo costo dalla Bce e di fatto non possono fallire, come una qualunque altra impresa. La loro funzione sociale dovrebbe essere quella di sostenere le attività economiche, agenzie immobiliari comprese, non di fare loro concorrenza entrando in terreni che non sono di loro competenza.

Teme uno sbarco in massa delle banche e la chiusura di tante piccole agenzie? 

Al momento no, ci vuole più tempo per valutare gli effetti occupazionali sui nostri associati. Inoltre, so per certo che diversi istituti di credito rilevanti si guardano bene dal seguire questo esempio e preferiscono continuare a fare il proprio mestiere. È che ci sono in ballo alcuni punti sostanziali, riguardanti la nostra attività, che in questo modo entrano in palese contrasto con la legislazione.

Quali? 
In primo luogo, la cosiddetta terzietà dell'agente. Il Codice civile impone che questa figura metta in contatto due parti tra loro, senza però avere alcun legame con esse, né di collaborazione né di dipendenza. Difficile sostenere che un agente sia terzo, all'interno di una filiale, quando l'immobile oggetto della trattativa appartiene alla banca o a un suo cliente. Il secondo problema riguarda i mutui. Dal 2010, con il Dlgs 141/2010, per gli agenti è vietato segnalare all'acquirente eventuali mutui da sottoscrivere per finanziare l'operazione. Come si fa a credere che un agente operante all'interno di una banca si astenga dal suggerire al compratore i prodotti dell'istituto?

Ma per i consumatori non è un vantaggio che si apra un nuovo canale di compravendita? 
Secondo me no. Per quanto riguarda la questione di mutui, saranno meno propensi a confrontare più preventivi e scegliere il più conveniente. E poi potrebbe aprirsi la strada a pratiche poco amichevoli. Se un cliente ha un debito verso la banca e chiede di ristrutturarlo o rifinanziarlo, in cambio potrebbe essere invitato, non dico obbligato, a iniziare a considerare un mandato di vendita del proprio immobile.

Avete in mente altre azioni oltre all'esposto all'Antitrust? 

Certo. Speriamo che il garante capisca l'urgenza del tema e risponda nel giro di 7-8 mesi. E comunque, a giorni, presenteremo una richiesta indirizzata questa volta alla Banca d'Italia, perché vogliamo che anche via Nazionale si esprima su questo tema.

Gli agenti immobiliari reagiscono contro lo sbarco in forze dei big del credito nel loro campo di competenza. Dopo l'esposto di Fiaip all'Antitrust denunciando l'ipotesi di violazione della concorrenza, Fimaa in un comunicato ha denunciato: «Con l'intermediazione delle banche il cliente-consumatore intenzionato all'acquisto di un immobile non ha alcuna garanzia di terzietà tra chi vende e chi compra, tutela che solo gli agenti immobiliari indipendenti possono garantire. Gli istituti di credito, infatti, intendono impadronirsi del mercato mettendo al servizio delle loro società di intermediazione immobiliare soci nominalmente professionisti, ma di fatto dipendenti in tutto e per tutto dagli istituti di credito, per stipulare tutti i contratti immobiliari. Con nessun beneficio per il cittadino».

«Sia chiaro che non è un attacco al mondo delle banche tout court», premette Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip, contattato da Casa24 Plus. «Ma tutto ci si poteva aspettare, in un momento di crisi che non accenna a finire, tranne che iniziative come queste».

Che cosa non va? 

Il problema principale è che si tratterà di una concorrenza impari. Le banche hanno praticamente aiuti illimitati. Ricevono denaro a bassissimo costo dalla Bce e di fatto non possono fallire, come una qualunque altra impresa. La loro funzione sociale dovrebbe essere quella di sostenere le attività economiche, agenzie immobiliari comprese, non di fare loro concorrenza entrando in terreni che non sono di loro competenza.

Teme uno sbarco in massa delle banche e la chiusura di tante piccole agenzie? 

Al momento no, ci vuole più tempo per valutare gli effetti occupazionali sui nostri associati. Inoltre, so per certo che diversi istituti di credito rilevanti si guardano bene dal seguire questo esempio e preferiscono continuare a fare il proprio mestiere. È che ci sono in ballo alcuni punti sostanziali, riguardanti la nostra attività, che in questo modo entrano in palese contrasto con la legislazione.

Quali? 
In primo luogo, la cosiddetta terzietà dell'agente. Il Codice civile impone che questa figura metta in contatto due parti tra loro, senza però avere alcun legame con esse, né di collaborazione né di dipendenza. Difficile sostenere che un agente sia terzo, all'interno di una filiale, quando l'immobile oggetto della trattativa appartiene alla banca o a un suo cliente. Il secondo problema riguarda i mutui. Dal 2010, con il Dlgs 141/2010, per gli agenti è vietato segnalare all'acquirente eventuali mutui da sottoscrivere per finanziare l'operazione. Come si fa a credere che un agente operante all'interno di una banca si astenga dal suggerire al compratore i prodotti dell'istituto?

Ma per i consumatori non è un vantaggio che si apra un nuovo canale di compravendita? 
Secondo me no. Per quanto riguarda la questione di mutui, saranno meno propensi a confrontare più preventivi e scegliere il più conveniente. E poi potrebbe aprirsi la strada a pratiche poco amichevoli. Se un cliente ha un debito verso la banca e chiede di ristrutturarlo o rifinanziarlo, in cambio potrebbe essere invitato, non dico obbligato, a iniziare a considerare un mandato di vendita del proprio immobile.

Avete in mente altre azioni oltre all'esposto all'Antitrust? 

Certo. Speriamo che il garante capisca l'urgenza del tema e risponda nel giro di 7-8 mesi. E comunque, a giorni, presenteremo una richiesta indirizzata questa volta alla Banca d'Italia, perché vogliamo che anche via Nazionale si esprima su questo tema.

Gli agenti immobiliari reagiscono contro lo sbarco in forze dei big del credito nel loro campo di competenza. Dopo l'esposto di Fiaip all'Antitrust denunciando l'ipotesi di violazione della concorrenza, Fimaa in un comunicato ha denunciato: «Con l'intermediazione delle banche il cliente-consumatore intenzionato all'acquisto di un immobile non ha alcuna garanzia di terzietà tra chi vende e chi compra, tutela che solo gli agenti immobiliari indipendenti possono garantire. Gli istituti di credito, infatti, intendono impadronirsi del mercato mettendo al servizio delle loro società di intermediazione immobiliare soci nominalmente professionisti, ma di fatto dipendenti in tutto e per tutto dagli istituti di credito, per stipulare tutti i contratti immobiliari. Con nessun beneficio per il cittadino».

«Sia chiaro che non è un attacco al mondo delle banche tout court», premette Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip, contattato da Casa24 Plus. «Ma tutto ci si poteva aspettare, in un momento di crisi che non accenna a finire, tranne che iniziative come queste».

Che cosa non va? 

Il problema principale è che si tratterà di una concorrenza impari. Le banche hanno praticamente aiuti illimitati. Ricevono denaro a bassissimo costo dalla Bce e di fatto non possono fallire, come una qualunque altra impresa. La loro funzione sociale dovrebbe essere quella di sostenere le attività economiche, agenzie immobiliari comprese, non di fare loro concorrenza entrando in terreni che non sono di loro competenza.

Teme uno sbarco in massa delle banche e la chiusura di tante piccole agenzie? 

Al momento no, ci vuole più tempo per valutare gli effetti occupazionali sui nostri associati. Inoltre, so per certo che diversi istituti di credito rilevanti si guardano bene dal seguire questo esempio e preferiscono continuare a fare il proprio mestiere. È che ci sono in ballo alcuni punti sostanziali, riguardanti la nostra attività, che in questo modo entrano in palese contrasto con la legislazione.

Quali? 
In primo luogo, la cosiddetta terzietà dell'agente. Il Codice civile impone che questa figura metta in contatto due parti tra loro, senza però avere alcun legame con esse, né di collaborazione né di dipendenza. Difficile sostenere che un agente sia terzo, all'interno di una filiale, quando l'immobile oggetto della trattativa appartiene alla banca o a un suo cliente. Il secondo problema riguarda i mutui. Dal 2010, con il Dlgs 141/2010, per gli agenti è vietato segnalare all'acquirente eventuali mutui da sottoscrivere per finanziare l'operazione. Come si fa a credere che un agente operante all'interno di una banca si astenga dal suggerire al compratore i prodotti dell'istituto?

Ma per i consumatori non è un vantaggio che si apra un nuovo canale di compravendita? 
Secondo me no. Per quanto riguarda la questione di mutui, saranno meno propensi a confrontare più preventivi e scegliere il più conveniente. E poi potrebbe aprirsi la strada a pratiche poco amichevoli. Se un cliente ha un debito verso la banca e chiede di ristrutturarlo o rifinanziarlo, in cambio potrebbe essere invitato, non dico obbligato, a iniziare a considerare un mandato di vendita del proprio immobile.

Avete in mente altre azioni oltre all'esposto all'Antitrust? 

Certo. Speriamo che il garante capisca l'urgenza del tema e risponda nel giro di 7-8 mesi. E comunque, a giorni, presenteremo una richiesta indirizzata questa volta alla Banca d'Italia, perché vogliamo che anche via Nazionale si esprima su questo tema.

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